Un passo avanti verso la riforma di Dublino III
Bruxelles, 19 ottobre 2017
La Commissione per le Libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento Europeo ha approvato con una maggioranza trasversale un testo di riforma che intende superare le contraddizioni del regolamento europeo n. 604/2013 (cosiddetto Dublino III) nella definizione del paese competente ad esaminare la richiesta di protezione internazionale presentata da un cittadino di paese terzo.
Pur restando in vigore la procedura di assegnazione secondo quote-paese, anche per i minori non accompagnati, e previste eventuali misure detentive del richiedente in attesa di relocation, la proposta sgancia la singola domanda di protezione dal paese europeo nel quale il richiedente ha fatto ingresso irregolare, collegando quest’ultimo all’Unione nel suo complesso. Si intende dunque dare applicazione, in maniera più vincolante di quanto non si sia fatto fino ad ora, anche in tema di asilo, a quel principio fondante di solidarietà e di equa condivisione delle responsabilità sancito dall’art. 80 del Trattato sul funzionamento dell’Unione.
Come è noto infatti, il regolamento in vigore prevede che lo straniero che entra in maniera irregolare nell’Unione e che intende presentare domanda d’asilo debba attendere la procedura del riconoscimento dei requisiti nel paese di primo ingresso. La proposta di riforma, oltre ad ampliare la nozione di famiglia, includendo anche fratelli, sorelle e figli maggiorenni purché a carico, attribuisce valore giuridico nel riconoscimento del paese competente a specifici fattori di collegamento quali precedenti soggiorni, periodi di studio e formazione effettuati in precedenza e, dove previsto dalle normative nazionali, sponsorizzazione del richiedente da parte di un ente accreditato.
Un passo avanti importante in vista del prossimo Consiglio Europeo che tornerà ad occuparsi di asilo e politiche migratorie dell’Unione.
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